Dic. 2009, "Vedi cos'è la Merica" romanzo di Maria Teresa Barnabei  

Sabato 12 dicembre 2009, ore 16.30

Sala Civica del Comune di Montorio al Vomano (Te)

Presentazione Editoriale

"VEDI COS'E' LA MERICA" di Maria Teresa Barnabei

Interverranno:

Luigi Ponziani, storico

Simone Gambacorta, critico letterario direttore della collana "Le Lettere"

Sarà presente l'Autrice

In collaborazione con:

Associazione Culturale "Il Chiostro"



MARIA TERESA BARNABEI BONADUCE
"VEDI COS'E' LA MERICA!"
dalle lettere di un emigrante
Teramo, Ricerche&Redazioni, 2009.
300 pagine
"Le Lettere" (3) - ISBN 978-88-88925-31-8
Prezzo: € 18.00

Il racconto che Maria Teresa Barnabei offre ai lettori ha per protagonista un giovane uomo che a inizio Novecento sceglie la strada dell’emigrazione verso l’America, quel mitico luogo che lungamente ha rappresentato nell’immaginario di milioni di uomini, italiani e non, il punto di approdo ove dare dignità e decoro (economico, sociale, civile, umano) a esistenze segnate dalla miseria e dal sopruso. Ma, inevitabilmente, proprio per questa ragione – vale a dire l’essere parte di un più vasto e epocale fenomeno sociale – questo è anche il racconto che coinvolge coralmente non solo coloro (parenti, amici) che intorno al protagonista, Francesco, si muovono, ma quella vasta e composita umanità migrante che a folate, quasi ad ondate successive, si riversò col suo fardello di dolori e di speranze sulle coste e sulle città del Nord America. Sullo sfondo, ma vivissimi, gli avvenimenti epocali che preludono alla tragedia incombente e immane del primo conflitto mondiale. La famiglia e gli affetti più intimi, come pure gli scorci di una società e ambienti d’origine, introducono il lettore in atmosfere e intrecci capaci di far affiorare una umanità tenacemente intenta a dare senso alla propria vita e a quella di tutti coloro che vivono la medesima esperienza.
L’abbandono dei luoghi della nascita, dell’infanzia, dei giochi, degli affetti, dei primi amori alla ricerca di un mondo migliore e l’anelito al ritorno sono la cifra, la chiave, attraverso cui leggere questa storia; vera non tanto perché tratta da un provvidenziale epistolario e da memorie famigliari, ma perché coglie e generalizza naturalmente, senza forzature, un grumo ancora lacerante della nostra storia di italiani e di meridionali. Non è tuttavia un romanzo sociale, né di denuncia o rivendicazione, ma accorata lettura di vicende che, attraverso l’esperienza, fa emergere prepotentemente valori umanissimi e un idem sentire che accomuna.”
(Dall’Introduzione di Luigi Ponziani)

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