Un breve e intenso saggio di Giuseppe Di Domenicantonio sulla pietanza più tipica della gastronomia teramana, vera tradizione dell'arte culinaria aprutina, le Virtù, da sempre cibo rituale del Primo di Maggio a Teramo. Lo scritto è qui proposto in riedizione (la terza) leggermente aggiornata, facendo seguito alle edizioni delle case editrici teramane Interlinea e Stylo del 1994 e 1997. In collaborazione con Slow Food, Pretuziana Teramo e ARSSA. "È un cibo antico quello che presentiamo, - si legge nella presentazione al volume a firma l.p. - del tempo in cui, dopo la lunga stagione, i parchi resti della madia finivano per sposarsi in un tripudio di odori, sapori e colori con le primizie della primavera entrante. E le virtù della provincia povera e contadina sapevano trovare, attraverso le sapienti mani delle donne, la verve e la fantasia per approntare un cibo finalmente ricco e delicato. Il maggio trionfante di verde e di speranze conferiva poi a quel cibo i caratteri di un rito antico capace di rinsaldare - ma anche rompere! - attraverso lo scambio reciproco, quei vincoli di amicizia, di comparatico, di parentado che tanto significato hanno avuto nella storia della società e della cultura nostra.
Un omaggio alle virtù che ha trovato felice compimento grazie alla penna di Giuseppe Di Domenicantonio che in breve saggio è riuscito a rendere lo spessore sociale e la dimensione antropologica di quel cibo restituendocene, nel contempo, sapori, odori, colori e - ciò che più conta - lo spirito degli uomini che attorno a quel piatto si ritrovano".
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