Un ambizioso progetto editoriale sull'artista naif Annunziata Scipione, con testi di Marzio Dall'Acqua, Renzo Margonari e Antonello Rubini.
Annunziata Scipione è nata nel 1928 a Contrada Camerale di Tossicia, in Abruzzo, e vive nella vicina Azzinano. Casalinga e contadina, si dedica all’arte da autodidatta.
Racconta Annunziata sulla sua infanzia:
«Quando portavo fuori le pecore facevo con l’erba come dei cestini, a volte persino con i vimini, per passare il tempo. Sapevo fare tante cose. Facevo dei bei pupazzetti con la terra bagnata, delle pecorelle... Disegnavo sui muri della stalla, scarabocchiavo con il carbone, o su qualche foglietto... Signorine, cani, gatti… Io ci sono nata con questa passione. Ricordo che andavo con mio padre nel bosco per vedere se riuscivo a trovare qualcosa di bello, qualche ramo particolare, perché già allora facevo qualche scultura di legno, realizzavo delle teste. Ma andava tutto perso.»
Dalla intervista ad Annunziata di Antonello Rubini:
A.R.: Dopo i primi tentativi cominciasti a dipingere direttamente con i colori ad olio?
A.S.: Sì, avevo sentito che l’olio era la cosa migliore... Andammo io e mio marito a comprare qualche tubetto di colore e qualche pennello a Montorio, in un negozio che conoscevamo. Non sapevamo niente, ci fidavamo dei consigli del venditore. Io nemmeno scesi dalla macchina. Dissi a mio marito: “Che scendo a fare io, che ne so, vacci tu”, perché lui capiva di cose pratiche più di me. Prese tre o quattro colori, quelli necessari... Era la prima volta che compravamo certe cose.
A.R.: Hai imparato da sola a dipingere.
A.S.: Da sola! E chi mi insegnava?!
A.R.: Come procedevi nella realizzazione di un quadro? Quali erano i passaggi?
A.S.: Prima facevo lo sfondo e lo facevo seccare un po’, poi ci tornavo sopra e facevo la composizione. Gli alberi li facevo quasi sempre prima, pure la stradina, la fontana, poi cominciavo a mettere le altre figure come ci stavano bene... Costruivo poco a poco tutta la scena.