Il nuovo libro di Fabrizio Franchi dedicato all'affascinante tema della spiritualità indiana.
Dalla quarta di copertina del volume:
«La distanza che ci separa dall’Estremo Oriente suggerisce l’idea che culturalmente i paesi più ad est si allontanino in misura lineare dal bacino della mente-cultura greca, il Mediterraneo. Le esperienze dei primi viaggiatori europei nello spingersi a levante sembravano confermare questo gradiente fino alla massima estraneità della longitudine identificata favolisticamente con Cipango, l’attuale Giappone, con le sue resistenze ad aprirsi all’Europa e il suo barricarsi in una dimensione “isolana”, la rinuncia alla quale fu di fatto imposta all’imperatore nipponico nel 1853 con quattro navi da guerra statunitensi. Se è vero che il Giappone è un pianeta assai diverso e che al di là del Medio Oriente noi incontriamo l’oriente geograficamente “estremo”, dovremo però accorgerci che la massima estraneità è quella del subcontinente indiano per la profondità e la complessità del suo pensiero. Questo breve libro non è un manualetto per turisti volenterosi: la comune radice ariana ci permette di trovare le chiavi di una reciproca comprensione, di far sì che col diverso ci si misuri attraverso un’esperienza affascinante. Sia però avvertito il lettore che questo cammino non è facile, che l’argomento è assai complesso e che egli dovrà recuperare tutto il potenziale filosofico di cui dispone. L’India è generosa e il compenso per i nostri sforzi sarà premiato.»
L'autore: Fabrizio Franchi
Nato a Roma nel 1945, medico oncologo nei primi decenni della sua attività e psicanalista S.P.I. e I.P.A. nella seconda metà del suo esercizio professionale, è per lui naturale occuparsi elettivamente del rapporto mente-corpo e di medicina psicosomatica clinica nei seguenti libri: Il corpo nella stanza d’analisi, Roma, Borla, 2006; Cancro, complessità e derive psicanalitiche, Roma, Franco Angeli, 2007; Frontiere della psicosomatica, Roma, Armando, 2018. Franchi coltiva e pubblica anche temi di cultura generale, appassionato viaggiatore, dai primi anni ’70 è soprattutto interessato alla spiritualità indiana nel contesto di un più generale rapporto fra religione e linguaggio somato-psichico.