Il libro, a firma del prof. Roberto Romani, introduce un pubblico non specialista al dibattito sull’immigrazione in corso fra economisti e filosofi. In Italia, la cronaca drammatica degli sbarchi oscura i termini di fondo della questione immigratoria, e le politiche sono state sempre emergenziali – mentre servono conoscenza e idee per governare un fenomeno epocale e di grande complessità, che impatta profondamente sulle economie e le società europee. Né gli slogan sovranisti, né il puro e semplice appello alla compassione sono sufficienti. Ad una introduzione dedicata alla percezione del fenomeno nel nostro paese, segue un capitolo che offre dati statistici e ragguaglia sulle conseguenze dell’immigrazione sui salari e il welfare. Il secondo capitolo ricostruisce, e discute, la tradizione di pensiero sull’assistenza che afferma l’opportunità di aiutare prima coloro che sono ‘vicini’ – familiari, amici, e concittadini – rispetto a quelli che sono ‘lontani’. Il terzo capitolo documenta il dibattito filosofico sull’immigrazione, in cui si contrappongono i diritti umani dei migranti al diritto di autodeterminazione degli stati. I filosofi che sposano i primi chiedono l’apertura delle frontiere, chi invece privilegia i diritti dei concittadini – che sono più ‘prossimi’ – vuole limitare gli ingressi. La conclusione del libro solleva un problema di fondo: la possibilità che gli arrivi, in Italia e in Europa, crescano così tanto da rendere l’immigrazione insostenibile nel medio termine. Il volume è il quarto titolo della Collana "I quaderni di Scienze politiche" diretta da Francesca Fausta Gallo. Roberto Romani insegna presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Teramo. È stato ricercatore al Darwin College di Cambridge (1995-1998) e all’Institute for Advanced Study di Princeton (2013-2014). |