Il volume dello storico Giacomo De Iuliis, nono titolo della collana "Storia" diretta da Luigi Ponziani, raccoglie tre interessantissimi saggi che ricostruiscono importanti aspetti della storia delle campagne dell’Abruzzo teramano sette-ottocentesco.
Il libro analizza in particolare il mutamento degli assetti agrari provinciali nella delicata e complessa transizione dall’antico regime all’età borghese, documentando l’originaria compresenza tra i caratteri tipici dei sistemi poderali e quelli propri del latifondo, la formazione di un robusto ceto di proprietari borghesi e i progressi dell’appoderamento, evidenziati dalla crescente diffusione delle masserie, dall’avanzata della colonia parziaria e dallo sviluppo delle colture promiscue.
Trasformazioni lente, invero, i cui frutti matureranno soltanto in pieno Ottocento, in una fase storica cioè che travalica i limiti cronologici qui considerati, manifestandosi nelle forme di quel sistema di mezzadria che connoterà il territorio provinciale fino al secondo Novecento.
Nondimeno è nei vivaci decenni a cavallo tra i secoli XVIII e XIX, segnati dalla tensione intellettuale e dall’azione politica degli illuministi locali, dal riformismo borbonico e da quello ben più incisivo promosso dai Francesi, che quei processi hanno la loro origine.
Dai latifondi feudali e demaniali alle tenute borghesi, dalle bassure del Vomano alle colline di Castellalto, dai massari di Montepagano ai mercanti di Teramo, l’autore delinea un ampio quadro della realtà sociale ed economica delle nostre campagne in un periodo in cui vecchio e nuovo si compenetrano in un intreccio quasi inestricabile.