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La stele di Bellante

La stele di Bellante

a cura di Paola Di Felice

€ 15

ISBN 978-88-85431-44-7
Ricerche&Redazioni, 2021
22x24 cm | 64 pp | 400 g

Il volume, curato dalla prof.ssa Paola Di Felice, fortemente voluto dal Comune di Bellante in un virtuoso percorso di valorizzazione culturale, ripercorre la vicenda di uno dei ritrovamenti archeologici più importanti d'Abruzzo. Oltre al saggio critico di Di Felice, l'anastatica del Breve commentario di una iscrizione arcaica rinvenuta in Castel S. Andrea di Bellante nel Pretuziano di Domenico De’ Baroni Guidobaldi del 1876. Rinvenuta fuori dal contesto originario, venuta alla luce casualmente, frammento illuminante di una grande civiltà sepolta dall’oblio dei secoli, la Stele di Bellante si unisce al coro di quelle “voci” in grado di restituirci segni tangibili del nostro passato.

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ISBN 978-88-85431-44-7
Ricerche&Redazioni, 2021
22x24 cm | 64 pp | 400 g

Il volume, curato da Paola Di Felice, ripercorre la vicenda di uno dei ritrovamenti archeologici più importanti d'Abruzzo, realizzazione editoriale fortemente voluta dal Comune di Bellante e dal suo Sindaco Giovanni Melchiorre, in un virtuoso percorso di valorizzazione culturale.

Oltre al saggio critico della prof.ssa Di Felice, il volume, in elegante veste grafico-editoriale, riporta la riproduzione anastatica del "Breve commentario di una iscrizione arcaica rinvenuta in Castel S. Andrea di Bellante nel Pretuziano" di Domenico De’ Baroni Guidobaldi del 1876.

Rinvenuta fuori dal contesto originario, venuta alla luce casualmente, frammento illuminante di una grande civiltà sepolta dall’oblio dei secoli, la Stele di Bellante si unisce al coro di quelle “voci” in grado di restituirci segni tangibili del nostro passato.

Perché ogni nome inciso sull’epidermide di queste pietre è una storia, frammento di una lontana realtà che non si rassegna all’oblio.

Ogni impaginato finisce per offrire una suggestione, per sollecitare un’idea, o meglio un ipotetico vissuto, adattato alla propria sensibilità...

Perché tante altre storie individuali trovano qui un serbatoio di uomini e donne sospese, con le loro vicende, nella luce che piove sulle poche lettere di una non cercata notorietà, dovuta al lavoro di storici e archeologi...

Perché si narrano, linea dopo linea, vicende di illustri personaggi; storie di vita ed episodi di morte, consegnati all’immortalità di una lapide che la terra ha conservato per millenni e il caso ha restituito alla comunità tutta...

Perché, nella morte, si rende omaggio alla vita con gli oggetti del quotidiano, le armi, i gioielli, quasi a rendere immortale il piccolo, impercettibile, rapido percorso dell’esistenza.

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