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Vedi cos'è la Merica!

Maria Teresa Barnabei Bonaduce

Vedi cos'è la Merica!

dalle lettere di un emigrante

€ 18

ISBN 978-88-88925-31-8
Ricerche&Redazioni, 2009
12x19 cm | 300 pp | 340 g
Le Lettere (3)

Il romanzo - tratto da un provvidenziale epistolario e da memorie famigliari - che Maria Teresa Barnabei offre ai lettori ha per protagonista un giovane uomo che a inizio Novecento sceglie la strada dell’emigrazione verso l’America, quel mitico luogo che lungamente ha rappresentato nell’immaginario di milioni di uomini, italiani e non, il punto di approdo ove dare dignità e decoro (economico, sociale, civile, umano) a esistenze segnate dalla miseria e dal sopruso.

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ISBN 978-88-88925-31-8
Ricerche&Redazioni, 2009
12x19 cm | 300 pp | 340 g
Le Lettere (3)
Il racconto che Maria Teresa Barnabei offre ai lettori ha per protagonista un giovane uomo che a inizio Novecento sceglie la strada dell’emigrazione verso l’America, quel mitico luogo che lungamente ha rappresentato nell’immaginario di milioni di uomini, italiani e non, il punto di approdo ove dare dignità e decoro (economico, sociale, civile, umano) a esistenze segnate dalla miseria e dal sopruso. Ma, inevitabilmente, proprio per questa ragione – vale a dire l’essere parte di un più vasto e epocale fenomeno sociale – questo è anche il racconto che coinvolge coralmente non solo coloro (parenti, amici) che intorno al protagonista, Francesco, si muovono, ma quella vasta e composita umanità migrante che a folate, quasi ad ondate successive, si riversò col suo fardello di dolori e di speranze sulle coste e sulle città del Nord America. Sullo sfondo, ma vivissimi, gli avvenimenti epocali che preludono alla tragedia incombente e immane del primo conflitto mondiale. La famiglia e gli affetti più intimi, come pure gli scorci di una società e ambienti d’origine, introducono il lettore in atmosfere e intrecci capaci di far affiorare una umanità tenacemente intenta a dare senso alla propria vita e a quella di tutti coloro che vivono la medesima esperienza.
L’abbandono dei luoghi della nascita, dell’infanzia, dei giochi, degli affetti, dei primi amori alla ricerca di un mondo migliore e l’anelito al ritorno sono la cifra, la chiave, attraverso cui leggere questa storia; vera non tanto perché tratta da un provvidenziale epistolario e da memorie famigliari, ma perché coglie e generalizza naturalmente, senza forzature, un grumo ancora lacerante della nostra storia di italiani e di meridionali. Non è tuttavia un romanzo sociale, né di denuncia o rivendicazione, ma accorata lettura di vicende che, attraverso l’esperienza, fa emergere prepotentemente valori umanissimi e un idem sentire che accomuna.”
(Dall’Introduzione di Luigi Ponziani)

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