Frammenti di memoria che ritraggono un Carino Gambacorta tra pubblico e privato. A quindici anni dalla morte il Sindaco della “ricostruzione” è qui raccontato dagli occhi del nipote, in un viaggio dove il valore degli affetti si sposa con quello degli insegnamenti. L’immagine dell’uomo politico e quella dello storico si alternano a scorci domestici, nel segno di un’aneddotica dell’intimità che descrive con semplice profondità una delle figure più rappresentative dell’Abruzzo contemporaneo. Lontano da toni enfatici ed elegiaci, Simone Gambacorta dà corpo a un ritratto inedito di quel nonno che scriveva libri e che sapeva parlare col silenzio. Prefazione al volume di Antonio Tancredi. «Con mio nonno ho avuto un rapporto lungo ed esclusivo. È inziato quando sono nato ed è terminato quando è morto. Avevo quindici anni, quinta ginnasio. Mio nonno l’ho vissuto ogni giorno, è stata una presenza costante e centrale. È mancato nel momento in cui avrei avuto più domande da porgli. Da allora l’ho sognato una volta sola e l’ho pensato almeno una volta ogni giorno». Simone Gambacorta (1978) è il responsabile della comunicazione dell'AIL Teramo e cura una trasmissione tv sui libri per Super J. Scrive recensioni per il magazine online Treccani e per L'immaginazione. Ha collaborato con L'indice e L'illuminista e ha curato le pagine culturali del quotidiano teramano La Città (2012-20). È stato vicepresidente dell'Ordine dei Giornalisti d'Abruzzo (2021-25) e ha fatto parte del Comitato per il centenario della nascita di Michele Prisco (Mibact, 2019-22). Giurato del Premio Flaiano per la narrativa, del Premio Camaiore-Belluomini, del Premio Bonanni e del Premio Moretti, è stato segretario del Premio Teramo per un racconto inedito (2011-13) e ne ha presideuta la giuria (2021-22). Ha diretto il Premio Giuseppe Zilli per il giornalismo (2021-24) e il Festival letterario Lib[e]ri (2006-08). È nel direttivo di Confassociazioni Abruzzo e cura con Fabrizio Sclocchini la collana non venale di plaquette di poesia e fotografia "fuorimercato". Dal 2013 è nella redazione della rivista Smerilliana. Da anni orienta la sua attenzione agli scrittori Gian Luigi Piccioli e Mario Pomilio. Il suo percorso nei libri e nella scrittura, che lo vede autodidatta, è iniziato nel 2001. Pensa che il lavoro critico debba essere testimonianza della complessità dell’esperienza della lettura.
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